Recensione: Soundgarden - King animal (2012)


Quanto tempo é passato dall'ultimo disco? 15 anni. Tanto, troppo, per i fan della band di Seattle. Rieccoli qui, un po' piú stagionati, ma senza cambiare il loro essere, rughe e capelli bianchi a parte. Cameron continua sempre ad assomigliare a Rocco Siffredi, quindi va bene cosí.

Vi avviso in partenza che questo King animal é un disco abbastanza strano.

Si riparte col botto con Been Away for too long, primo singolo del disco, canzone molto potente e "easy" con la band (con il titolo del brano) che quasi  si scusa con il pubblico per l'assenza. Quello che appare subito evidente é che il ritmo e l'energia sono quelli dei bei tempi, la voce di Cornell invece no, appare stanca e decisamente meno potente rispetto ad un tempo. Il pezzo potrebbe trarre in inganno, sará infatti l'unico per le masse, l'album proseguirá da qui in poi in maniera molto personale. La successiva Non state actor non si segnala per qualcosa di particolare se non per un riff che mi ricorda qualche canzone tratta dall'ultimo (brutto) album degli Iron Maiden (i Soundgarden che copiano gli iron maiden?? Ma questo é scemo? Si puó essere). By crooked steps, uno dei pezzi piú riusciti dell'album, probabilmente il migliore, Cornell stavolta abbastanza convincente e base ritmica eccellente, come in tutto il disco, onestamente.

Da citare anche Bones of bird, canzone stile "Cornell solista", ma con un passaggio di basso nel ritornello che mi manda fuori di testa. Taree non ha nulla di particolare ma si lascia ascoltare per una ottima chitarra, Attrition ha un bel tiro (sbaglio o é Eddie Vedder che fa Uh-uh?) e Halfway there si nota solo perché sembra uscita da un disco solista di Cornell. Starebbe benissimo in un suo disco, ma non é affatto Soundgarden, i componenti non si riconoscono neanche, nel brano. Non ho letto i crediti, ma non ci vuole molto per capire chi l'abbia scritta. Si segnalano anche Eyelid's mouth con un giro di basso ipnotico e la conclusiva (e strana) Rowing, con un riff sabbath, giro di basso supertecnico e un ritornello dal cantato quasi Rn'b.

Disco strano, molto strano: ottima la produzione, suoni quasi perfetti per tutti gli strumenti, chitarre in primis. Probabilmente dopo tantissimi anni di attesa i fan si aspettavano qualcosina in piú, ma credo che, tutto sommato, tutti debbano ammettere che questo é un disco molto "Soundgarden", che piaccia o meno quello é un altro discorso.

Se vi aspettate la gloria passata probabilmente (anzi, sicuramente) rimarrete delusi, questo disco non é fatto per "piacere", é semplicemente lo specchio di quello che sono i Soundgarden nel 2012, dopo tutte le loro vicissitudini e le loro influenze moderne (basti pensare al capitolo Rn'b di Chris Cornell, Scream. Meglio non ci pensi, sennó mi metto a urlare io) .
Se lo ascoltate con la mente (molto) aperta, probabilmente il disco vi piacerá perché contiene tanti spunti interessanti, pur non avendo nulla di memorabile.
Riguardo le prestazioni individuali, la sezione ritmica affidata a Matt Cameron e Ben Shepherd é immensa, i due svolgono un gran lavoro, il chitarrista  Kim Tahyil si nota sempre per lo stile molto personale e riconoscibile, con molti spunti a metá tra l'orientaleggiante e il Tony Iommi. Di Cornell purtroppo ho giá detto, la potenza lo ha abbandonato, ma il bel timbro rimane sempre, accontentiamoci.

King animal non contiene nessuna canzone che passerá alla storia come Black hole sun, Jesus Christ pose o altre di questo calibro, ma é un lavoro onesto che non ha la presuzione di piacere e suona naturale per una band matura. Piacciano o no, questi sono i Soundgarden nel 2012.

Voto 65/100
Best tracks: Been Away Too Long, By Crooked Steps
Skip song: Halfway there

 Tracklist:
1. Been Away Too Long
2. Non State Actor
3. By Crooked Steps
4. A Thousand Days Before
5. Blood On The Valley Floor
6. Bones Of Birds
7. Taree
8. Attrition
9. Black Saturday
10. Halfway There
11. Worse Dreams
12. Eyelid’s Mouth
13. Rowing