Recensione: Biffy Clyro - Opposites (2013)


A cura di Eli Brant.


Cosa non vorrei mai sentire da una band? la mancanza totale di ricerca sonora, la banalità assoluta. E purtroppo di questo il Pop recentemente ne fa il suo vessillo.
O meglio, lo è la sua interpretazione distorta che troppo spesso interessi di mercato e di ascolti facili richiedono per sopravvivere (e male).
In realtà, io credo che non ci sia genere più difficile del Pop, in cui “l'innovare” risulta una vera impresa e solo i grandissimi autori vi riescono. In fondo il Pop non è per sua natura orientato ad incontrare i gusti di tutti (o quasi)? e quindi, cosa c'è di più arduo?

Ma perché tutta questa premessa? In realtà un motivo c'è, ma abbiate pazienza.

“Opposites” utima fatica dei Biffy Clyro racchiude in gran parte tutto ciò che un album (dal mio punto di vista chiaramente) NON deve avere. Produzione super patinata e ovattata. Un sound scontato e perfettamente riconoscibile ai più (e per questo forse anche rassicurante?). Canzoni estremamente omogenee tra loro. Cori da stadio, (ab)uso di tastiere ed Echo.
Ma qualora questo non bastasse, ci sono anche archi, violini, cornamuse (sì va bene sono scozzesi questa gliela perdoniamo) il tutto per riempire e camuffare il vuoto completo di idee. Oppure (e questo per me in qualità di simpatizzante batterista non può passare in secondo piano) l'uso di timpano/tom e rullante per dare enfasi a brani scialbi con il più scontato dei “Tum-Cha, TUM TUM CHA”. E dai! un conto sono i Queen ed un altro i Biffy Clyro... O no? Insomma, un Power Pop da stadio con finte venature Punk/rock di cui proprio non si sentiva la necessità, in fondo Dawson's creek e Friends non sono finiti da qualche stagione?

In realtà ci sono anche alcuni episodi simpatici, come la scanzonata “Spanish radio”. Oppure la ballatona da accendini accesi e lacrime adolescenziali “Opposites” che però purtroppo nel ritornello richiama la pessima “Iris” dei Go Go dolls. Tuttavia, a parziale discolpa di quest'ultimi c'è la considerazione che loro almeno (assieme ad altre band a questo deputate come gli Stereophonics i Nickelback e tante altre inutili formazioni) è evidente che facciano di questi tormentoni “accalappia-masse” il loro sporco lavoro da mestieranti. Per i Byffy Clyro invece (fino ad oggi), questo forse non era chiaro. Di tutto il giro salvo l'ottima “Modern Magic Formula”: un brano davvero carino che ricorda i momenti migliori dei Bush con una buona dose di personalizzazione ed un pizzico di hardcore che non guasta mai. In assoluto però questo album è davvero poca roba e comunque del tutto dimenticabile.

“Opposites” è infatti un LP doppio da 20 brani. E' il successore del super idolatrato “Only Revolution” ed il primo dunque da quando la band ha scalato le classifiche. Il peso della notorietà però ha danneggiato definitivamente il trio scozzese perché, come già capitato con i Kings of Leon, il risultato delle loro fatiche è un appiattimento sonoro ed un inaridimento della loro proposta musicale. La ruffianeria è innegabilmente parte integrante di quest'album e lo ammetto, è più forte di me, purtroppo non riesco ad ascoltarlo con l'obiettività che (forse) merita.

Spero di non aver offeso i gusti di nessuno o di non esser sembrato scostante. Ma amo la musica e soffro profondamente nel vedere che questo, il cosiddetto “mainstream”, dilaghi inesorabilmente quando in realtà basterebbe sbirciare dietro l'angolo per trovare gemme assolutamente preziose. Ah, comunque, la premessa aveva lo scopo di presentare ed addolcire un po' la recensione Ma ho l'impressione di non esserci riuscito.

VOTO: 40/100