Recensione: Antonello Giliberto - The mansion of lost souls (2013)


Antonello Giliberto é un chitarrista siracusano con un passato di studi e accademie, attualmente in attivitá con piú band siciliane. Tra le sue influenze troviamo, tra gli altri, Jason Becker, Malmsteen, Joey Tafolla, Tony Macalpine e Vinnie Moore. Nel 2013 si propone al pubblico con il suo album solista The mansion of lost souls, che spazia (fedelmente alle sue influenze) dal metal neoclassico, al progressive fino ad intermezzi classici.

Analizzando l'album, senza troppi fronzoli, dico che Antonello ha una tecnica e un gusto da poter essere paragonato ai grandissimi dello strumento; si dimostra estremamente versatile e convincente sotto ogni punto di vista, come un grande chitarrista sa fare: si passa dalle grande melodie dell'opener Equinox a Lotus effect di Petrucciana memoria, alla malincolinica e a tratti messicaneggiante Sorrow, alla furiosa (ma senza perdere mai d'occhio la melodia) The power of the whip, alla rilassata Dream of the dead tree, allo sweep estremo della tecnica Rise of the titans e ancora al buon gusto di The Ride, fino alla conclusiva Commiato.
Allora? Disco perfetto? No, purtroppo. 
Il difetto del disco é rappresentato dal fatto che Antonello si ritrova a gestire tutto da solo, e se la chitarra é praticamente perfetta, lo stesso non si puó dire del basso e soprattutto della batteria, che suppongo sia "artificiale", se le mie orecchie non mi ingannano. Se, quindi, ci troviamo davanti a sublimi passaggi chitarristici, a volte non si puó dire lo stesso del resto, spesso il suono dei piatti risulta parecchio fastidioso e ci sono dei piccoli passaggi a vuoto, mentre va un po' meglio per il basso, che peró risulta di un livello diverso (anche a livello di suono), se rapportato alla magnificenza chitarristica.


Se Antonello in questo album fosse stato accompagnato da (ne dico due a caso) Sheenan e Portnoy, magari alleggerendo leggermente l'album a livello di minutaggio, potremmo parlare di uno dei dischi migliori dell'anno.  Speriamo di sentire parlare di lui in un prossimo futuro.

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