Ed eccomi, per la prima volta, all'Electric ballroom.
Ci sono passato innumerevoli volte davanti, in quanto si trova proprio accanto alla fermata metro della splendida Camden town. Finalmente adesso ci entro. E vai...
Il posto è proprio figo, è una sorta di club con bar, birre a volontà e una tribunetta superiore con tanto di tavoli.
Entrando, una ottima band (i Dead city ruins) ci da il benvenuto e subito si ha modo di apprezzare gli ottimi suoni e l'acustica del locale. Abbiamo provato a stare a lato del palco, proprio sotto le casse, ma gli amici che mi accompagnavano hanno detto che stare li sotto equivaleva alla tipica "pettinata" del barbiere del loro paese, decidiamo quindi di piazzarci di sopra, nella tribunetta. Non so quanti spettatori faccia il club, se avete voglia, contate le teste nella foto sotto. Aggiungete un centinaio di persone nella tribunetta dove ero io.
Cominciano gli Ugly kid Joe, una band che seguivo abbastanza da ragazzino.
La sorpresa è stata ritrovarmeli esattamente come li avevo lasciati. Sembra che il tempo non sia passato, soprattutto per il frontman Whitfield Crane, simpatico e sborone come me lo ricordavo. Mi ha davvero stupito la padronanza con cui tiene il palco, divertente e coinvolgente: ci fa spesso alzare le mani e ci manipola a suo piacimento. Un grande frontman, davvero, non lo ricordavo così. Anche il resto della band è in formissima, dovrebbero avere sui 45 anni e sembrano ancora dei ragazzi. Complimenti a loro.
Le canzoni: è stato un piacere riascoltare, dopo quasi 20 anni (mannaggia come passa il tempo) canzoni come Neighbor, C.U.S.T, Milkman's son (che canto a squarciagola), la famosissima cover Cat's in the cradle e la loro canzone-simbolo Everything about you, canzoni che suonano esattamente come allora, fresche e attuali.
A chiudere l'ottima setlist, una DEVASTANTE cover di Ace of spades, veloce e potentissima, che mi fa andare fuori di testa e mi fa perdere il contatto con la realtà. Grandissima esibizione, mi sono divertito parecchio.
Best songs: Neighbor, Milkman's son, Ace of spades
Gli Skid row!
Una delle mie band preferite degli anni 90. Lo so, volete sentire la mia opinione su Johnny Solinger, il "nuovo" cantante. Ok, ve la dico subito: Johnny é un buon frontman e un ottimo cantante, per cantare le canzoni del suo predecessore - fenomeno Sebastian Bach senza troppe sbavature ci vogliono due palle quadrate e lui il suo compito lo fa, e lo fa egregiamente. Certo, soprattutto nelle ballad, quanto manca il timbro originale e tutte le note lunghe di Seb...
Ma basta rivangare il passato, siamo qui per divertirci e per ascoltare un po' di sano rock n' roll, cazzarola.
Dopo l'opener Let's go, quattro canzoni da paura direttamente dal primo, omonimo, album: Big guns, Makin' a mess, Piece of me e 18 and life. Le vibrazioni e l'attitudine sono quelle dei bei tempi. Come gli Ugly kid Joe, anche gli Skid row (parlo dei membri originali), fisicamente sono esattamente come 15 anni fa. Non dico che siano belli o in forma, sono semplicemente come allora.
Dicevamo, dopo il tuffo nel passato con canzoni del 1989, arriva Thick is the skin, presa dal quasi omonimo disco con Solinger e si vede come il singer cambi pelle durante le "sue" canzoni: canta con piú corpo e con piú convinzione, e la musica si modella perfettamente attorno alla sua voce. La canzone é, infatti, una delle piú riuscite della serata.
Altri momenti convincenti sono le sfuriate punk di Get the fuck out, Psycho therapy (come sempre cantata da Rachel Bolan) e Riot Act. Capitolo ballad: la band ha proposto I remember you, In a darkened room e Quicksand Jesus, canzoni assolutamente superbe (mancherebbe Wasted time, ma meglio lasciarla da studio). Solinger ce la mette tutta, ma, come ho detto, sentirle cantate da Sebastian Bach é assolutamente un'altra storia, il timbro é proprio di un altro livello. Le canzoni comunque si fanno ascoltare eccome, basti pensare all'assolo di Scotti Hill sul finale di In a darkened room, da pelle d'oca...
E' la volta di Slave to the grind (se avessi dovuto scegliere una sola canzone da ascoltare in questo concerto, avrei scelto questa), che mi manda completamente fuori di testa. A proposito, chiedo scusa ai miei amici, probabilmente gli avró spaccato i timpani, dato calci involontari o altro... non saprei, ero in trans agonistica.
Chiude questa bellissima serata di Rock n' roll, il manifesto della band Youth gone wild, penso cantata a squarciagola anche dai fusti di birra, dai lavandini e dalla security del locale.
Grandissimo concerto di due band che portano ancora alto il nome del Rock. Ah (sospirone), magari ce ne fossero piú spesso di serate cosí.
Top songs: Thick is the skin, Slave to the grind, Youth gone wild.