Ma tu guarda i casi della vita.
La band che mi ha recentemente contattato per avere una recensione del loro ultimo EP sono i Dossi artificiali, una band che mi riporta indietro nel tempo: ho avuto, infatti, la fortuna/sfortuna di condividere il palco con i Dossi Artificiali parecchi anni orsono, durante un concorso musicale in qualche paese sperduto del profondo sud. La fortuna sta nel fatto che ho assistito davvero ad una bella esibizione condita da ottima musica e che mi sono parecchio divertito ad ascoltarli, la sfortuna é che loro arrivarono secondi e la mia band di allora arrivó terza, quindi ci hanno "fregato" il secondo posto. "Fregato" ovviamente tra virgolette, la band mi era piaciuta tanto e, in ogni caso, il primo posto era giá prenotato da una band (a mio parere) raccomandata. Ma questa é davvero un'altra storia.
Dalla biografia si evince che la formazione, da allora, ha avuto piú di qualche scossone e cambiamento al suo interno, ma la band ha continuato la sua avventura ed é ancora perfettamente "Alive and Kickin'."
(Auto) descrizione della band, direttamente dalla loro pagina Facebook, che copio-incollo, come mia consuetudine:
"Rock ed elettronica in un pop che sa di nuovo. Tre ragazzi che parlano di musica, suonano realtà difficili, pensano come se non esistesse un tempo. Synth, linee di basso sincopate e chitarre distorte inacidiscono testi mai banali che narrano di condizioni esistenziali, fatti di cronaca e percezioni interiori...in tutta onestà del sentimento più dichiarato è stato già cantato fin troppo. Con la prima decade del nuovo millennio nascono i Dossi Artificiali, prima in un progetto, ora come vera e propria band. Con alle spalle un passato musicale di tutto rispetto di quasi un lustro, Francesco "9cento" Nicolosi e Martino "Paul Izzie" Polizzi, membri storici della band, e la new entry Marco "Dosso" D'Urso continuano a fare della musica indipendente il loro stile di vita.".
Per ricordare ancora una volta il passato, questo EP -Fresh Air and Cold Cola- si apre con Schiavi e Padroni, canzone che ho canticchiato per mesi dopo averla ascoltata in quell'esibizione. Non c'é bisogno di spiegarvi ulteriormente se la canzone funziona o meno. L'impatto live era piú crudo e diretto, mentre da studio (e con i nuovi arrangiamenti), risulta piú curata, raffinata e "morbida". Serena ha come splendida introduzione un politico (io so chi é, ma non lo dico), che si lamenta di essere povero perché guadagna 145.000 euro all'anno. Poverino. Ah, anche la canzone non é affatto male, con un chorus validissimo. Chorus valido anche quello di Fino a sanguinare, con la strofa che peró risulta con troppo poco mordente, almeno per i gusti poco pop del sottoscritto. La piú "tecnologica" Terra ancora una volta con un bel chorus (abbiamo capito ufficialmente che mi piacciono i ritornelli dei Dossi Artificiali) e con un bell' inserto di basso slappato e di rock piú duro verso metá canzone. Il meglio di me chiude questo EP in maniera molto soft e cantautorale, potrebbe addirittura essere un ottimo pezzo per Sanremo, dati i toni pacati e i buoni inserimenti "orchestrali" e di chitarra.
A prescindere dai gusti piú o meno pop e piú o meno "elettronici", I Dossi Artificiali sono una band con esperienza in giro da molti anni che merita di essere ascoltata anche su palcoscenici di altro livello, a mio parere.
Tracklist:
1) Schiavi e padroni
2) Serena
3) Fino a sanguinare
4) Terra
5) Il meglio di me
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