Il demolitore é colui che non é mai contento, vede sempre il lato
negativo delle cose ed é colui che risponderebbe alla classica domanda:
"un bicchiere é mezzo pieno o mezzo vuoto?" con "non é né mezzo pieno né
mezzo vuoto, é solo un bicchiere di merda". Incontentabile, demolisce tutto quello che gli sta attorno, che si
tratti di opere d'arte o di monnezza urbana, per lui é quasi tutto sullo
stesso piano. Ha una brutta opinione pure di se stesso.
Vediamo di quale disco si lamenterá oggi:
Led Zeppelin IV: un capolavoro a detta di tutti, un disco passabile, a mio avviso.
Partiamo dalla copertina, che fa volutamente schifo per la scelta anti-commerciale della band di eliminare il nome dalla cover, piazzando un disegno insignificante al centro.
L'artwork ha peró un senso, nel vinile, aprendosi nella sua interezza. Alla fine, ma ce l'ha.
Venendo alla musica, il disco parte bene, devo dire: Black dog e Rock n' roll sono due belle canzoni, con bei riff, belle linee vocali, bel tiro e un ottimo gusto. Peccato che il resto del disco non sia per nulla su questi livelli. Skippando la lagnosa The battle of evermore ci ritroviamo davanti alla bella, affascinante ed enigmatica Stairway to heaven, canzone riconosciuta da tutti come una delle piú belle canzoni, in assoluto, della storia della musica. Bravi, bravi...Ma aspettate, fermi tutti, dove andate.
La canzone si basa su un bellissimo arpeggio, che peró appartiene ad una band semi-sconosciuta chiamata Spirit. Taurus é il brano in questione (ascoltatelo cliccando qui). Bella roba, prendere dischi che non si é cagato nessuno e costruirci canzoni intorno. E la discografia dei Led Zeppelin é piena di questa roba.
Si usava, dicono i fan della band, una volta era comune prendere idee di altre band. Bella roba, é come giustificare i furti o i negozianti che non fanno gli scontrini fiscali. "Non li fa nessuno, perché devo farli io?" Adesso mi metto a seguire tutte le band underground della mia cittá e faccio una hit con la migliore idea che trovo in giro. Intendiamoci, non farebbe comunque successo perché sono un mediocre, ma i Led Zeppelin erano molto meno mediocri di me, se dobbiamo essere onesti. Per dovere di cronaca, si deve comunque riconoscere alla band la bravura nella costruzione del pezzo. Ma, parliamoci francamente, Stairway to heaven senza quell'arpeggio, rubato, perderebbe l'80% del suo appeal. Ditemi che non é vero se avete il coraggio.
Seconda parte del disco abbastanza in ombra ed insignificante: tutte canzoni che se non le ascolti, vivi benissimo lo stesso, anzi, ti risparmi di sicuro qualche sbadiglio. Going to California spicca un po' tra queste perché si fa ricordare per delle belle atmosfere, ma niente di straordinario sotto il sole. Cosí come nulla di straordinario é la conclusiva When the levee breaks (riadattamento di un brano del 1928 di di Memphis Minnie e Kansas Joe McCoy), con un'armonica ai limiti dell'ossessivo che ci trapana il cervello per tutta la sua durata. E basta con sta armonica!
Insomma un disco altalenante: due canzoni ottime, un plagione memorabile, una rivisitazione discutibile, alcune buone atmosfere, ma anche tanti punti morti e noiosi. Disco sufficiente, tutto sommato, dai, sono buono.
Vediamo di quale disco si lamenterá oggi:
Led Zeppelin IV: un capolavoro a detta di tutti, un disco passabile, a mio avviso.
Partiamo dalla copertina, che fa volutamente schifo per la scelta anti-commerciale della band di eliminare il nome dalla cover, piazzando un disegno insignificante al centro.
L'artwork ha peró un senso, nel vinile, aprendosi nella sua interezza. Alla fine, ma ce l'ha.
Venendo alla musica, il disco parte bene, devo dire: Black dog e Rock n' roll sono due belle canzoni, con bei riff, belle linee vocali, bel tiro e un ottimo gusto. Peccato che il resto del disco non sia per nulla su questi livelli. Skippando la lagnosa The battle of evermore ci ritroviamo davanti alla bella, affascinante ed enigmatica Stairway to heaven, canzone riconosciuta da tutti come una delle piú belle canzoni, in assoluto, della storia della musica. Bravi, bravi...Ma aspettate, fermi tutti, dove andate.
La canzone si basa su un bellissimo arpeggio, che peró appartiene ad una band semi-sconosciuta chiamata Spirit. Taurus é il brano in questione (ascoltatelo cliccando qui). Bella roba, prendere dischi che non si é cagato nessuno e costruirci canzoni intorno. E la discografia dei Led Zeppelin é piena di questa roba.
Si usava, dicono i fan della band, una volta era comune prendere idee di altre band. Bella roba, é come giustificare i furti o i negozianti che non fanno gli scontrini fiscali. "Non li fa nessuno, perché devo farli io?" Adesso mi metto a seguire tutte le band underground della mia cittá e faccio una hit con la migliore idea che trovo in giro. Intendiamoci, non farebbe comunque successo perché sono un mediocre, ma i Led Zeppelin erano molto meno mediocri di me, se dobbiamo essere onesti. Per dovere di cronaca, si deve comunque riconoscere alla band la bravura nella costruzione del pezzo. Ma, parliamoci francamente, Stairway to heaven senza quell'arpeggio, rubato, perderebbe l'80% del suo appeal. Ditemi che non é vero se avete il coraggio.
Seconda parte del disco abbastanza in ombra ed insignificante: tutte canzoni che se non le ascolti, vivi benissimo lo stesso, anzi, ti risparmi di sicuro qualche sbadiglio. Going to California spicca un po' tra queste perché si fa ricordare per delle belle atmosfere, ma niente di straordinario sotto il sole. Cosí come nulla di straordinario é la conclusiva When the levee breaks (riadattamento di un brano del 1928 di di Memphis Minnie e Kansas Joe McCoy), con un'armonica ai limiti dell'ossessivo che ci trapana il cervello per tutta la sua durata. E basta con sta armonica!
Insomma un disco altalenante: due canzoni ottime, un plagione memorabile, una rivisitazione discutibile, alcune buone atmosfere, ma anche tanti punti morti e noiosi. Disco sufficiente, tutto sommato, dai, sono buono.