1) Ciao e benvenuti a questa intervista. Direi di cominciare spiegandoci brevemente le vostre radici e come vi siete conosciuti.
Ciao, grazie mille per lo spazio!
Red Sky è una one man band, io sono quindi l’unico componente e l’unico musicista del progetto. Nel 2010 sentii il bisogno di creare un progetto solista per potermi esprimere in totale libertà, senza le limitazioni che una band tradizionale pone. Col passare del tempo il progetto è diventato sempre più sperimentale e serio e dopo 3 anni e svariate uscite discografiche mi ritrovo qui a portare il messaggio del superamento dei generi musicali e dell’abbattimento di ogni limite e definizione in campo artistico/musicale.
2) Perché “Red sky”? Da dove nasce questo monicker?
Ho scelto Red Sky perché il Cielo Rosso a mio parere rappresenta al meglio il concetto di rinascita dopo la morte. Il Sole per poter sorgere deve prima tramontare, cosi come l’artista, per poter fare arte, deve prima soffrire e morire parecchie volte. Red Sky è la parte di me che splende, risorge e migliora quando la parte sotto la maschera invece soffre e cade.
3) Qual è la tua di musica?
La mia idea di Musica è espressione totalmente libera di se, senza definizioni o limitazioni dovute al “genere”. Abbiamo svariate armi a nostra disposizione per esprimerci e diversi sentimenti da esprimere: questo vuol dire che all’interno di una canzone o di un album devono poter coesistere la doppia cassa e la cassa dritta, la chitarra reggae con la chitarra death metal, ecc senza contraddizioni di alcun tipo, escluse quelle intrinseche dell’essere umano che le manifesta in musica. Il mio messaggio è uno solo: la Musica è una.
4) Hai un modello musicale?
Non mi ispiro a nessuno in particolare, anche perché sto cercando di creare un mio stile personale e di non pormi limitazioni. Apprezzo però moltissimo la grande capacità di alcuni artisti di emozionare con la loro musica o con i loro testi e ad essi mi ispiro, ma come capacità non come stile…in particolare apprezzo Satriani, Buckethead e Einaudi per il mondo strumentale, De Andrè, Dargen D’amico e tanti altri per i testi.
5) Quali sono i tuoi album preferiti? Sbizzarrisciti.
Difficilmente riesco ad apprezzare un album per intero…i pochi album che mi piacciono dall’inizio alla fine sono “Slaughter of the soul” degli At The Gates, “Non al denaro, non all’amore ne al cielo” di De Andrè, i dischi di Einaudi e moltissimi dischi di Rap italiano.
6) Sempre riguardo ai tuoi gusti, dimmi un album che pensi sia l'unico al mondo ad apprezzare.
Non credo esista un album che possa essere apprezzato da una sola persona al mondo, ma forse sono l’unico ad apprezzare contemporaneamente De Andrè, Manson e Fabri Fibra.
7) Di cosa parlano i tuoi testi? C’è qualche messaggio in particolare che vorresti lanciare?
Il miei (pochi) testi ruotano intorno ad alcuni concetti principali: l’Amore, in una visione quasi orientale direi, la relazione tra vita - morte e creazione effimera, la musica stessa e come dicevo prima la necessità di abbattere qualsiasi cosa possa limitare l’autoespressione.
8) Se dovesse scegliere una sola canzone del tuo repertorio, quale sceglieresti?
Questa è una domanda molto difficile perché le canzoni affrontano tematiche diverse, quindi potrei sceglierne una per quanto riguarda il tema dell’Amore e un’altra per quanto riguarda la morte ad esempio, però se proprio devo sceglierne una credo che sceglierei “Il Flauto”, perché è una sorta di auto biografia per me ancora molto attuale, che descrive bene cosa provo e come vivo l’Arte.
9) E adesso? Cosa bolle in pentola nel tuo futuro?
Al momento sto continuando la promozione di questo mio ultimo lavoro e sto finendo di comporre il prossimo. Tra qualche settimana comincerò a cercare un’etichetta e poi entrerò in studio per registrare. Nel frattempo proseguiranno le date, le collaborazioni ecc.
10) Questa era l’ultima domanda. Chiudi l’intervista come preferisci.
Vi ringrazio per lo spazio e invito chiunque sia stanco di ascoltare sempre le stesse proposte a farsi un giro sul mio sito www.redsky.it e ad ascoltare/vedere ciò che sto portando avanti e/o a venire a vedermi dal vivo. Alla prossima!