A cura di Olaf
Onore e gloria imperitura per l'etichetta italiana Frontiers Records (da sempre impegnata nella salvaguardia del melodic Hard Rock) capace di organizzare un festival di tre giorni, sul suolo italico, con gruppi che molto raramente hanno visitato la nostra amata penisola. Tanto per fare un nome, i "biblici" Stryper sono appena alla seconda presenza in Italia nonostante trent'anni di carriera alle spalle. Per motivi economico-temporali ho partecipato solo a una delle tre date del Festival.
Grande è il rimpianto per non aver assistito alle esibizioni di gente come Hardline, W.E.T., Winger, Nightranger, Danger Danger, Jeff Scott Soto e, soprattutto, Tesla. Ma non si può avere tutto dalla vita e dovendo scegliere un'unica data non potevo che decidere per i miei adorati Stryper.
Da sempre una delle mie cinque-sei band preferite i "giallo-neri" hanno confermato e superato ogni più rosea aspettativa. Ma andiamo con ordine. Trattandosi di una festival c'erano molte bands di contorno.Cercherò di spendere due parole su ognuna di loro.
Ad aprire le danze sono gli Adrenaline Rush. Suoni moooolto soft, coretti mooolto zuccherosi e front-girl moooolto... tutto! La splendida Tave Wanning è stata sicuramente una delle cose piu belle (in ogni senso) della serata. Le foto scattate insieme a fine concerto resteranno un bel souvenir. Mi dicono che sapesse anche cantare ma io di questo non me ne sono accorto.
A seguire i Moonland. Anche loro con vocalist femminile (la bella e raffinata Lenna Kuurmaa), anche loro con una proposta molto soft (ancor più degli Adrenaline Rush). Se non ho capito male erano al loro primo concerto e una certa insicurezza si è notata.
E' ora il turno degli L.R.S. (dietro il cui acronimo misterioso si nascondono il cantante Tommy La Verdi, il chitarrista Josh Ramos e il batterista Michael Shotton). Qui si parla di puro AOR come inevitabile visti i personaggi coinvolti. Bella esibizione anche se un pò impersonale.
I giovani svedesi Eclipse guidati dal talentuoso vocalist Erik Martensson sono la miglior sorpresa della giornata. Grandissima energia, tanta voglia di divertirsi e divertire, Hard Rock cristallino e melodie azzeccatissime.
I Red Dragon Cartel sono la band di Jake E. Lee. Il funambolico ex-chitarrista di Ozzy Osbourne è invecchiato parecchio ma non ha perso un briciolo del suo carisma e delle sue incredibili capacità. La loro esibizione è francamente noiosetta eccezion fatta per i due classici del buon caro vecchio Ozzy posti in apertura ("The ultimate sin") e chiusura (l'immortale "Bark at the moon") di concerto che hanno scatenato il pubblico presente. Per il resto canzoni anonime e molte "svisate" chitarristiche.
I danesi Pretty Maids non sono mai stati tra i miei preferiti e anche questa sera hanno confermato pregi (pochi) e difetti (molti) di una carriera ultra trentennale. Il cantante Ronnie Atkins fa veramente una gran fatica a prendere le note più alte e le canzonimemorabili in una discografia molto ampia come la loro sono davvero pochine. Qualche brivido giusto sui classici "Red, Hot and Heavy", "Future World" e "Back to Back" (meglio conosciuta nella versione fatta qualche anno fa dagli Hammerfall). Per il resto nulla da segnalare.
Ma veniamo al piatto prelibato della serata.
Gli Stryper, al di là di ogni pregiudizio sui temi delle loro canzoni e sull'atteggiamento "predicatorio" del cantante Michael Sweet, dimostrano per l'ennesima volta di essere una band di caratura superiore. La voce di Michael, anche se può sembrare incredibile, è addirittura migliorata nel corso degli anni. Nonostante le 50 primavere alle porte non ha alcun problema a raggiungere note altissime (suo marchio di fabbrica da sempre) e se la cava altrettanto bene sui toni medio bassi.
L'esecuzione perfetta di due pezzi da novanta della storia del rock metal come la "kissiana" Shout it out loud e la "judaspriestiana" Breaking the law non fanno che confermare le mie parole. Meglio delle originali? Non saprei ma di sicuro non tanto inferiori. La scaletta è perfetta. Il giusto spazio al nuovo cd "No more hell to pay", appena uscito, con tre brani piazzati a metà esibizione, le due cover sopra citate e poi tantissimi classici meravigliosi che hanno consacrato gli Stryper nella storia del Rock Metal!
Gemme dal valore inestimabile come "More Than a Man", "The Way", "Soldiers under command" e "To hell with the devil". L'esibizione piano voce della commovente "Honestly" con un Michael Sweet veramente da brividi. Ed ecco confezionato uno dei concerti più belli della mia lunga carriera da fan.
Ancora un plauso alla Frontiers records per aver organizzato e permesso tutto questo. Sperando in un'edizione 2015 ancora più ricca e, magari, un pò meno costosa.