Da quando sono in possesso di Internet, passo giornalmente del tempo a sfogliare decine (no, decine no, esagero) di Webzine sul rock/metal. In una di queste, un paio di settimane fa, vedo in rilievo la recensione dei Counting crows. Uh, i Counting crows... da quanto tempo non li sento nominare. Non sono mai stato un loro fan, ma mi piacciono alcune loro canzoni e mi piace il loro spirito. Dai, ascoltiamo l'album, perché no?
Beh, da quel momento Somewhere under wonderland é in costante heavy rotation sui miei dispositivi. Gradevolissimo, genuino, di classe e pieno di dettagli gustosi. Parliamo di un rock molto leggero con molti strumenti acustici e pianoforte sempre in bella mostra, ma con quello spirito convolgente e scanzonato che ricordavo dai bei tempi.
L'album si apre in maniera bizzarra, grosso modo come si potrebbe aprire un album di Tom Waits, ma superati i 30 secondi tutto torna alla normalitá, perlomeno si torna a quello che vi potete aspettare dai Counting crows. Oltre alla opener, davvero belle Palisades park, Earthquake Driver, Dislocation (con un riff che mi ricorda tanto i vecchi R.e.m, Pop song 89, nello specifico), il rock americano di Scarecrow, e le incalzanti e coinvolgenti Elvis Went To Hollywood e Cover Up the Sun (quasi folk). In John Appleseed's Lament viene citata Leicester square, giuro che quando ho ascoltato il brano per la prima volta mi trovavo non lontano da li. 9 Brani in tutto con pochissimi punti deboli, il disco scorre che é un piacere...
I Counting crows non sono ovviamente diretti ad un pubblico che ama le sonoritá robuste, ma questo Somewhere under wonderland é un disco riuscitissimo fatto con tantissima classe e cura del dettaglio. Date un ascolto alla traccia a fine recensione.
Voto 70/100
Top tracks: Earthquake Driver, Elvis Went To Hollywood, Cover Up the Sun
01. Palisades Park
02. Earthquake Driver
03. Dislocation
04. God of Ocean Tides
05. Scarecrow
06. Elvis Went To Hollywood
07. Cover Up the Sun
08. John Appleseed's Lament
09. Possibility Days