Recensione: Foo Fighters - Sonic Highways (2014)


I Foo fighters sono invecchiati.
Nessuna accezione negativa, é un dato di fatto. Tutti invecchiamo e cambiamo gradualmente il proprio io (Lemmy ed altri personaggi esclusi), non c'é nulla di male.
Ecco, i Foo fighters si presentano all'appello con un lavoro estremamente ed inaspettatamente maturo, dai suoni meno duri e, a parte qualcosa (The feast and the femine), con decisamente meno carica del passato. Se é un bene o un male sta a voi giudicarlo. Giá, perché questo Sonic Highways é un bel lavoro: solamente 8 tracce (EVVIVA!!) che si intrecciano bene l'una con l'altra e con una produzione chiara, limpida e di qualitá.

Per quanto mi riguarda, il difetto principale di questo disco é rappresentato dal fatto di arrivare dopo un album pazzesco, Wasting light, che adoro alla follia. Le mie aspettative, per questo, erano altissime e avendo ascoltato quest'album per la prima volta non posso nascondere di essere rimasto un pochino deluso. Ma giudicando quest'album a se, non posso e non mi sento assolutamente di parlarne male, perché é un album onesto. Quello che percepisco, infatti, é che i Foo fighters abbiano fatto esattamente quello che avevano in testa, senza condizionamenti esterni. Volevano suonare questo e questo hanno registrato, col cuore.

Forse mi aspettavo tanto anche per l'esperimento che ci stava dietro, cioé quello di registrare ogni canzone in un posto diverso (all'interno degli States) e con un musicista tipico del luogo (ci sono, tra gli altri, Joe Walsh degli Eagles e Zac Brown). Progetto che, peró, alle mie orecchie, non é riuscito. Se non avessi saputo quello che c'é stato dietro, infatti, non avrei percepito nulla. Ma forse é una cosa che non é arrivata a me, non saprei. Sono pronto a fare il mea culpa, nel caso.

Si, ma le canzoni? Ne direi due su tutte: una che rappresenta i "vecchi" FF, la rabbiosa The Feast and the Famine e la migliore canzone, a mani basse, di quest'album, la conclusiva I am a river, con un bellissimo finale di archi in crescendo (beh, mi sa che sto invecchiando pure io). Il resto? Canzoni sincere e gradevoli, ma che non so se riusciranno a fare breccia nei cuori delle persone (e nel mio).

Ai posteri (e ai poster) l'ardua sentenza.

Voto 69/100
Top tracks: The Feast and the Famine, Subterranean, I am a river.

 Tracklist:
1) Something from Nothing – 4:49
2) The Feast and the Famine – 3:50
3) Congregation – 5:12
4) What Did I Do?/God as My Witness – 5:44
5) Outside – 5:15
6) In the Clear – 4:04
7) Subterranean – 6:08
8) I Am a River – 7:09