Ammettiamolo pure tranquillamente, Bryan Adams è un po' un paraculo e nella maggior parte dei casi, scrive testi che piacciono alla massa. Bene, Io faccio parte della massa e mi sono fatto infinocchiare da questo testo, come volevasi dimostrare. Mi ha fregato ma "We are humans after all", dicevano gli Europe, qualche tempo fa. Vabbè, ma non andiamo fuori tema.
Bryan aveva decisamente qualche anno in più di me quando scrisse questa canzone, ma è un testo che mi calza a pennello, perché 18 til I die è un anche un mio motto, anche prima che questa canzone mi entrasse in circolo. Di anni adesso ne ne ho piú del doppio rispetto ai 18, ma mantengo esattamente gli stessi interessi di allora e mi diverto e mi emoziono facendo le stesse semplici cose di allora. Ecco, sapete quando state facendo una cosa che vi piace veramente? Quando perdete il contatto con lo scorrere del tempo e in quel momento non vi interessa nient'altro. Perlomeno, questo è il mio parametro.
Questa è per me la vera gioventù, a prescindere dall'anagrafe o dall'aspetto esteriore: divertirsi con le proprie passioni, con le cose semplici e non perdere mai la curiositá. Ecco cos'é per me l'18 till I die, che ancora sento quando faccio musica, rincorro un pallone, gioco a tennis, ascolto un disco che mi emoziona, quando lancio il joypad della Playstation perché ho perso la partita o quando esco con i miei amici di sempre. Vabbè, però questo è Given to rock e non Given to filosofia, quindi direi che posso anche smetterla qui.
È la musica? La musica mi piace pure parecchio ma sono onesto, con un altro testo questa canzone mi piacerebbe decisamente meno. Non c'é molto da raccontare sul brano in se, musicalmente. Abbastanza breve e direttissimo (elemento che apprezzo sempre), con un bell'arpeggio e un bel riff in controtempo. E poi la splendida linea vocale di Bryan e il citato testo. L'omonimo album, uscito nel 1996, ha venduto circa 5 milioni di copie nel mondo, giusto per contestualizzarlo a livello storico.
Ho trovato su Internet il Lyric video che passava nei megaschermi durante il tour di qualche anno fa (al quale ho avuto la fortuna di assistere). Enjoy!
Bryan aveva decisamente qualche anno in più di me quando scrisse questa canzone, ma è un testo che mi calza a pennello, perché 18 til I die è un anche un mio motto, anche prima che questa canzone mi entrasse in circolo. Di anni adesso ne ne ho piú del doppio rispetto ai 18, ma mantengo esattamente gli stessi interessi di allora e mi diverto e mi emoziono facendo le stesse semplici cose di allora. Ecco, sapete quando state facendo una cosa che vi piace veramente? Quando perdete il contatto con lo scorrere del tempo e in quel momento non vi interessa nient'altro. Perlomeno, questo è il mio parametro.
Questa è per me la vera gioventù, a prescindere dall'anagrafe o dall'aspetto esteriore: divertirsi con le proprie passioni, con le cose semplici e non perdere mai la curiositá. Ecco cos'é per me l'18 till I die, che ancora sento quando faccio musica, rincorro un pallone, gioco a tennis, ascolto un disco che mi emoziona, quando lancio il joypad della Playstation perché ho perso la partita o quando esco con i miei amici di sempre. Vabbè, però questo è Given to rock e non Given to filosofia, quindi direi che posso anche smetterla qui.
È la musica? La musica mi piace pure parecchio ma sono onesto, con un altro testo questa canzone mi piacerebbe decisamente meno. Non c'é molto da raccontare sul brano in se, musicalmente. Abbastanza breve e direttissimo (elemento che apprezzo sempre), con un bell'arpeggio e un bel riff in controtempo. E poi la splendida linea vocale di Bryan e il citato testo. L'omonimo album, uscito nel 1996, ha venduto circa 5 milioni di copie nel mondo, giusto per contestualizzarlo a livello storico.
Ho trovato su Internet il Lyric video che passava nei megaschermi durante il tour di qualche anno fa (al quale ho avuto la fortuna di assistere). Enjoy!