La scheda: T.M.O


Breve descrizione/bio della band:
L’idea dei T.M.O. nasce dalla collaborazione tra la cantautrice siciliana Rosa Mangano e il poeta milanese Marco Annicchiarico. Dopo aver scritto quindici canzoni, hanno coinvolto nel progetto il chitarrista Emanuele Torre (dei laGrandine). A dicembre 2013 la formazione si è completata con l’ingresso di Ennio e Gianluca, due musicisti iscritti al Conservatorio. Da allora, in studio e dal vivo, abbiamo cercato di trovare un suono capace di unire le esperienze di ognuno di noi, cercando di creare qualcosa di diverso.

Genere musicale: 
Tutte le volte che fanno questa domanda ci troviamo un po’ in difficoltà, perché non sappiamo dare una risposta precisa. C’è chi ha definito il nostro genere art-rock, chi indie-pop e chi post-rock. Di sicuro, non seguiamo un filone ben preciso e lo si può intuire anche dalla struttura delle canzoni, che spesso non hanno ritornelli facili o punti di riferimento. La definizione che ci è piaciuta più di tutte, e che usiamo spesso, è cantautorato in abito da sera.

Line-up attuale:
Rosa Mangano (voce, tastiere),
Ennio Corica (batteria),
Gianluca Saporita (basso), Paolo Furnari (chitarra), Marco Annicchiarico (parole).

Album/EP/Demo all'attivo: 
Naturale Ep, autoprodotto.
Anche se noi l’abbiamo definito Ep, in realtà si tratta di un album a tutti gli effetti, che comprende sette canzoni e dura più di mezz’ora. Per dire, l’album potrebbe essere votato anche per la Targa Tenco come miglior opera prima. https://soundcloud.com/turi-mangano-orchestra

Influenze: 
Non abbiamo un’influenza ben precisa, anche perché nel progetto convivono tre generazioni diverse. Quindi, tra i nostri ascolti puoi trovare Marco Parente, Mogwai, Tame Impala, Santo Barbaro e Sigur Ros. Ma anche Hot Chip, Bachi da Pietra, Explosions in The Sky, Mike Patton e Pfm. O ancora Area, Otti Albietz, Patrick Watson, Beach House e Arcangelo Corelli. Forse è anche per questo che il nostro suono ha poche affinità con quello che oggi si ascolta in Italia.

Di cosa parlano i vostri testi: 

I nostri testi nascono da poesie che poi vengono smontate e riadattate in base alla melodia. Può anche capitare che, una volta finito il brano, il senso iniziale della poesia sia diverso da quello della canzone. È uno scendere a compromessi. Nelle canzoni di questo Ep si parla principalmente di natura, di viaggi, non necessariamente fisici, e di quello che ci circonda. Diciamo che, alla fine, l’obiettivo è trovare al testo il giusto suono, cosa non sempre facile.

L'esibizione live che ricorderete per molto tempo: 
Forse, il primo concerto in cui siamo stati pagati. Eravamo reduci da alcuni Festival ma non ci eravamo ancora proposti nei locali, questo perché non ci sentivamo del tutto pronti. Quel giorno, vista la mancanza del fonico, eravamo un po’ in ansia; ma, una volta saliti sul palco, tutto è andato alla perfezione. Il pubblico ci ha seguito con attenzione e la serata si è rivelata molto divertente.

Un aneddoto divertente capitato on stage o in studio: 
Il nome della band è un omaggio a mio nonno. Nei live, a volte lo spiego e a volte no. Lo scorso anno, un uomo di mezza età ha assistito al nostro soundcheck, sedendosi poco distante dal palco; poi, verso sera, è sparito. L’abbiamo rivisto dopo il concerto, quando si è avvicinato tutto sorridente. Ci ha fatto i complimenti, poi si è guardato intorno e ha chiesto: “Ma come mai Turi non è venuto a cantare?”.

I vostri dischi preferiti in assoluto: 

Difficile dare una risposta sola. Di sicuro, tra i nostri ascolti preferiti non mancano mai: i Talk Talk di Mark Hollis con “Laughing Stock” e Marco Parente con “L’attuale Jungla” (Rosa), i King Crimson con “In The Wake of Poseidon” (Ennio), i Jethro Tull con “Aqualung” (Gianluca), i Beach House con “Teen Dream” (Paolo), Lucio Battisti con “Anima Latina” e i c|o|d con “Preparativi per la fine” (Marco).

Qualcuno di voi mi dica un album che pensa sia l'unico al mondo ad apprezzare: 

Più che un album, io adoro molto Frank Zappa e la sua versione del Bolero di Ravel. Ennio apprezza Mr Bungle con “Disco Volante”, Gianluca gli Explosion In The Sky con “The Heart is a Dead Cold Place”, Paolo i due album dei Gordian Knot e Marco i tre album dei Quarta Parete.

Un musicista che vorreste incontrare per fare quattro chiacchere: 
A Ennio piacerebbe incontrare Beethoven e Frank Zappa, a Gianluca John Paul Jones e a Paolo Julian Bream. A Marco piacerebbe incontrare e collaborare con Fabrizio Panza e a me, invece, piacerebbe fare quattro chiacchiere con Frank Zappa; ma spero di incontrarlo il più tardi possibile.

Cosa chiedereste nel vostro backstage se foste il gruppo piú importante del pianeta: 

C’è chi, come me, vorrebbe una piscina idromassaggio prima e tanta cioccolata di scorta dopo, chi dei divani con tanti cuscini, una playstation e della musica classica (Gianluca), chi un pezzo di campagna con una sdraio al fresco, del pane cunsato con olio e abbondante vino (Ennio), magari da dividere con Marco e chi le persone care per festeggiare, magari a bordo di una piscina (Paolo). Tutto sommato, diciamo, cose semplici.