Recensione: Symphony X - Underworld (2015)


Ben 4 anni dopo l'ultimo album Iconoclast, Russell Allen, Michael Romeo & compagnia bella si riprensentano con questo Underworld. Facciamo un bel track by track senza troppe menate introduttive? Si dai, oggi sono piú spicciolo (e pigro) del solito.



01. Overture
Si capisce giá dal titolo: un intro epico che piú epico non si puó. Potreste suonarla prima di una battaglia di un film fantasy e starebbe benissimo.

02. Nevermore
Un riffing frenetico di Michael Romeo e delle vocals tutto sommato abbastanza melodiche di Allen. Dentro il pezzo si trova un po' di tutto: passaggi prog, melodia, atmosfere. I 5 del New Jersey ci mostrano tutto il loro arsenale. Decisamente un ottimo inizio.

03. Underworld
Tastierone ingombranti e riffone pesante introduttivo, Michael Lepond e Jason Rullo rispettivamente al basso e alla batteria completano il lavoro. Underworld é un pezzo all'apparenza immediato e snello che peró al suo interno ha un sacco di diverse parti da attenzionare. Forse troppe.

04. Without You
Pezzo che mi piace parecchio. Penso che a sto punto sia ufficiale che abbia un debole per tutti i pezzi "tirati" che abbiano una chitarra acustica ben udibile in sottofondo. Molto bello anche il ritornello, melodico ma mai banale. Mi piace molto. Ok, l'ho giá detto. Metto il video in fondo alla pagina.

05. Kiss Of Fire
Mamma mia, e che é sto casino... Una ventina di secondi di panico dopo la quiete del pezzo precedente. Atmosfere horror (che si sposano benissimo con l'immagine in copertina) e ritmi alti in questa Kiss of fire, decisamente incazzata e prepotente.

06. Charon
I ritmi scendono rispetto alla precendente Kiss of Fire e il cantato di Allen ritorna ad essere il centro di tutto. Belle atmosfere e bei dettagli. A livello tecnico i Symphony X sono mostruosi e gli appassionati di "dettagli" hanno sempre un sacco di roba da ascoltare. Il pezzo comunque é abbastanza strano, poco decifrabile, perlomeno alle mie orecchie. Forse qualche passaggio é un po' forzato, non saprei.

07. To Hell And Back
Intro da film di avventura anni 80 e ritmi piú lenti, perlomeno in apertura. Il pezzo dura circa 9 minuti e mezzo e c'é davvero tanto da ascoltare. Aperture moderne (pure troppo) alternate a passaggi incazzati. Non manca il solito apporto chitarristico di Romeo, che non si fa mai desiderare. Il pezzo scorre veramente molto bene nonostante la durata e tutto é di alta qualitá. Come il latte.

08. In My Darkest Hour
Mmm titolo che mi ricorda qualcosa... Lasciando perdere questo, il pezzo non risulta originalissimo (soprattutto nel chorus) ma ha sempre al suo interno dei dettagli e passaggi strumentali molto interessanti. Il riff "lasciato andare"della strofa, per esempio, mi piace un sacco.

09. Run With The Devil
Altro titolo che ricorda qualcos'altro. Riffone supertecnico in apertura e doppia cassa perenne nelle strofe. Tutto bene fino al ritornello che risulta troppo moderno e abbastanza banale. Molto bene la parte solistica con chitarre e tastiere, ma quel ritornello grida vendetta.


10. Swansong
Altro titolo che.. ohh basta, la smetto. Stranissimo sentire Allen cantare su note piú basse dove la sua voce é decisamente meno potente e meno incisiva del solito. Anche qui, molto bella la parte solistica, con un Michael Romeo sempre molto ispirato e le tastiere sempre molto atmosferiche. Insomma, anche qui il ritornello é il vero ( e solo) punto debole del pezzo. 

11. Legend
In Legend c'é un po' (beh, abbastanza) di prog e anche del power. In tutto questo Romeo e Michel Pinnella cominciano a fare scale e non terminano piú per tutta la durata del pezzo. Pezzo ottimo, ma indovinate cosa? Esatto, anche 'sto ritornello é proprio bruttarello, sembra uno di un gruppo power di basso livello, incastrato li a caso nel brano. Peccato

Dico (anzi, ridico) un'ovvietá: a livello tecnico i Symphony X sono una garanzia e gli appassionati dei singoli strumenti potranno trovare un sacco di cose gustose in questo Underworld (come in praticamente tutti gli altri lavori della band). Anche la varietá della proposta é piú che discreta: questo disco ha tanta carne al fuoco e meriterebbe decine di ascolti prima di un giudizio che altrimenti potrebbe risultare approssimativo. Il mio giudizio (approssimativo) é che musicalmente é un album che non si discute, purtroppo di pezzi veramente convincenti dall'inizio alla fine ne conto pochini. Dategli un ascolto, i vostri giudizi potrebbero essere molto diversi.

Voto 65/100

Top tracks: Nevermore, Without you, Hell and back.