Recensione a cura di Edoardo Vaderi
Quando il passato ritorna, conviene farci i conti per evitare di soccombere senza combattere. A maggior ragione se si tratta di un passato non lontano, come nel caso dei varesini Il Distacco e del loro notevole ep d'esordio I 17 lati.
La piena epoca grunge statunitense torna a sconvolgere le esistenze soniche grazie a cinque brani di pregevole fattura e dichiarato interesse non solo verso il genere ma anche verso ciò che esso rappresentò per intere generazioni.
Davide Di Pierro (chitarra), Nicholas Donno (voce e chitarra), Mack Danny (batteria) e Jacopo Di Pierro (basso) propongono un sound che si rifà alla nota miscellanea tra hard rock, blues e punk che segnò una fugace e intensa epoca, ma incrementano la dose a suon di noise, psichedelìa e post rock nel tentativo di oltrepassare un orizzonte di intenzioni mai veramente lontano. In più, i cinque brani sfruttano bene la lingua italiana per rafforzare proprio il riferimento generazionale insito in un duro coefficiente esistenzialista.
Se il trampolino di lancio resta quello legato ad una concezione di blues e hard rock trasandato e dimesso (Karma), la sostanza prende forma in dualismi sonici ed emotivi (Odio e amo), pulsioni irrefrenabili (Afrodite) e aperture concettuali (Lanterne magiche) in sintonia con ruvide diabolicità strutturate (La pace dei sensi).
Le basi per un divenire ci sono. Si attende una conferma su vasta scala.
Tracklist:
1.Karma
2.Odio e Amo
3.Afrodite
4.Lanterne Cinesi
5.La Pace dei Sensi
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