Recensione: Blackfield - Blackfield V (2017)


Ritornano i Blackfield di Steven Wilson (Porcupine tree) e di Aviv Geffen che ritornano sul mercato con questo "V", quinto capitolo che succede al quarto del 2013. Metto subito il chiaro che non sono un fan della band (chiamarlo "progetto" dopo 5 album é decisamente riduttivo) ma avevo apprezzato il primo album e soprattutto il secondo, secondo me una vera gemma per classe e semplicitá. Il terzo e quarto avevano visto Steven Wilson allontanarsi leggermente per vari impegni e far condurre la baracca ad Aviv Geffen, con un risultato inferiore alle aspettative e che ben pochi hanno apprezzato.

Questo quinto capitolo vede invece di nuovo protagonista Wilson e fortunatamente la musica proposta ricorda da vicino le atmosfere degli esordi, discostandosi dagli ultimi due capitoli decisamente sottotono.
 
Di questo V apprezzo peró la forma e il ritorno alle origini ma non troppo il contenuto, secondo me nettamente inferiore a quanto proposto diversi anni fa. Snocciolando (si puó dire?) un po' il disco: ci sono certamente delle ottime tracce, penso a Family man o How was your ride che sarebbero potute comparire benissimo nei primi due dischi, ma per quanto mi riguarda non ho trovato tutto il contenuto all'altezza e con lo scorrere dei minuti subentra un po' di noia.
Sorrys, Life is an ocean e October per esempio, pur non essendo pezzi malvagi sembrano durare molto di piú dei 3 minuti dichiarati. Cosí come é altalenante la pinkfloydiana The jackal, che peró é impreziosita da un ottimo assolo sul finale. Fresca e scorrevole invece Lately, mentre forse un po' inconcludente la strumentale Salt Water che suona piú come un outro di un brano che un brano vero e proprio: avendo le stesse sonoritá delle altre proposte non si sentiva il bisogno di una strumentale di due minuti e mezzo. Buone anche We'll never be apart e Undercover heart mentre assolutamente snervante Lonely soul, che si merita la palma di skip track dell'album con le sue litanie ripetute all'infinito. Una delle canzoni migliori in assoluto é invece la conclusiva From 44 to 48 dove Wilson ripercorre la sua vita in base al periodo e alle etá in questione.

V é un disco sicuramente realizzato con tanta classe (figura tra i crediti anche un certo Alan Parson) il cui contenuto secondo me non é tutto all'altezza della situazione e dopo le prime ottime tracce iniziali si comincia a sonnecchiare un po'. Merita comunque sicuramente un ascolto, magari lo trovate eccellente come tutti e sono solo io troppo schizzinoso...

Voto 62/100
Top tracks: Family Man, How was your ride?, From 44 to 48
Skip track: Lonely soul

Tracklist:
1. A Drop in the Ocean
2. Family Man
3. How Was Your Ride?
4. We'll Never Be Apart
5. Sorrys
6. Life is an Ocean
7. Lately
8. October
9. The Jackal
10. Salt Water
11. Undercover Heart
12. Lonely Soul
13. From 44 to 48