Recensione: Parco Lambro - Parco Lambro



Recensione a cura di Andrea Roddi
Parco Lambro, combo friulano che ha dato alle stampe questo lavoro intenso e fondamentale nel 2016, è davvero una bella realtà, cinque musicisti padroni dello strumento e funambolici esecutori di note egregiamente incastrate.

Mirko Cisilino è colui che firma i brani della band, ma è in possesso di una macchina da guerra oliata al punto giusto e pronta a sferrare qualsiasi attacco a gran parte della scena rock italiana, i ragazzi che suonano al suo fianco la sanno davvero lunga in fatto di tecnica e gusto nell’arrangiamento.

Chitarre distorte che emergono sempre al momento opportuno nelle canzoni conferendo potenza e retta via alla composizione, ma chi fa realmente da padrone all’intero lavoro è la riuscita interazione, oserei definirla intesa, tra tastiere, fiati, basso e batteria.

Giuseppe Calcagno, Clarissa Durizzotto, Andrea Faidutti, Alessandro Mansutti ed il già citato Mirko Cisilino hanno fatto un grandissimo lavoro strumentale nel 90% del disco in quanto la voce appare per la prima volta nel quarto pezzo, la stupenda “Not for you”, forse la song più bella (a mio parere) dell’intero cd, ma vorrei citare anche l’opening track, impatto e potenza che stordiscono.

Per poterli descrivere dovrei scomodare il meglio della musica progressive italiana degli anni settanta, i nomi li conoscete tutti, ne farò solo uno, forse il migliore, gli Area, ho detto tutto… Veramente bravi i Parco Lambro che si sono accaparrati un nuovo fan, me.