Recensione a cura di Davide Pantó
Qualche settimana fa sono venuto a conoscenza che un gruppo che ascolto abitualmente faceva tappa con il suo tour proprio qui a Londra: i 30 Seconds to Mars capitanati dall’eccentrico artista multi sfaccettato Jared Leto.
Senza aver comprato ancora alcun biglietto, il giorno del concerto mi dirigo verso la venue designata. La gigantesca O2 Arena a north Greenwich che in passato ha ospitato i migliori artisti del momento.
Sulla strada verso North Greenwich controllo la pagina dell’evento su Facebook, alla ricerca di qualcuno che all’ultimo momento vuole vendere il suo biglietto. Per mia fortuna, trovo una ragazza, Britanny, che ha un biglietto in più, una sua amica non può attendere al concerto, ed è disponibile a dar via il biglietto gratuitamente. La incontro in uno delle decine di ristoranti/bar all’interno dell’O2 arena, sorridente mi regala l’agognato biglietto e va via accompagnata da una sua amica… Grazie Britanny!
Nonostante i pareri un po’ negativi che avevo sentito in merito al concerto che i 30 seconds to Mars avevano tenuto qualche settimana fa a Roma son sicuro che la serata non può che andare bene date le premesse, biglietto gratuito e una delle migliori venue al chiuso di Londra. Mi accodo alla chilometrica fila per passare i controlli ed entrare. Dopo circa 20 minuti mi ritrovo nel parterre dell’arena che a poco a poco si riempie di gente.
Il palco si presenta quasi al centro dell’area, con la possibilità di piazzarsi dietro e ai lati, ricoperto da 5 grandi pannelli neri, come fosse una scatola. Sullo sfondo su un grande schermo a LED viene proiettato “06.04.2018” data di uscita del nuovo album “America”. Nel frattempo dalla cabina di regia uno sconosciutissimo DJ (almeno per me) passa della musica da radio senza troppo furore, come fossimo in un bar.
Nessun gruppo spalla all’orizzonte…
Dopo un estenuante attesa di quasi 2 ore alle 20:45 le luci si abbassano e dal grande schermo sullo sfondo vengono pubblicizzati i “campus estivi” dei 30 Seconds to Mars, tutto molto commerciale…. Alla fine della “pubblicità” un suono, quasi monotono va avanti per quasi 15 min. Quando il pubblico si sta scaldando e qualcuno inizia già a fischiare, il pannello dietro al palco si alza e fa dedurre che il tanto atteso gruppo sta finalmente salendo sul palco.
Canzone di apertura, la scatola si alza e i pannelli, che scopro essere schermi a led all’interno, si accendono stile luci strobo, per uno spettacolo che solo chi è all’interno della scatola può ammirare.
Il gruppo si presenta con Shannon Leto dietro alla grande batteria al centro del palco e Jared Leto alla voce con tanto di guanti di paillette argentati (non li avevamo gia’ visti a qualcuno!? Un certo Micheal) che non to glierà per tutto il concerto, nonostante la moltitudine di cambio costume.
e Tomo Miličević? Dov’è?!?
I pannelli durante il concerto cambiano spesso posizione oscurando la vista del palco alle sezioni più in alto dell’arena, immagino solo quanto possano essere scocciati gli spettatori che hanno preso posto lassù. Il concerto va avanti snocciolando tutti i successi del passato; Kings and queen, This is war, The Kill suonati da Shannon e cantati su una base, o almeno così sembra, per sopperire la mancanza di Tomo. Un Jared Leto energico dal punto di vista fisico incita il pubblico (che canta più di lui) e corre su e giù per il palco, stile Axl Rose ai tempi d’oro, ma che non si lascia andare in nessun acuto di cui le sue canzoni sono piene.
Arriva l’ora del singolo del momento Walk on Water con il supporto di una poco conosciuta guest star locale del mondo del rap AJ Tracey. Ad oggi cerco ancora di capire la congruenza dei due stili…
I pannelli schermo si tornano a chiudere per una brevissima pausa prima del gran finale.
Gran chiamata di fan accaniti sul palco per l’ultima canzone, coriandoli per aria e chiusura dello show in perfetto orario con il coprifuoco imposto alle 22.30
In conclusione, mi ha fatto piacere vedere il Karaoke dei 30 seconds to Mars cantati da Jared Leto in persona in uno show vecchio tirato a lucido in maniera maldestra per fare pubblicità al tanto ritardato nuovo album, “America” in uscita la settimana prossima. Mi spiace solo per tutti i fan accaniti che hanno speso quasi 50 sterline per vedere questo spettacolo raccapricciante che tutto si può definire, fuorché un concerto rock.