Cominciando con l'ascolto del disco, dopo un intro riuscito e introspettivo, la seconda traccia Dusty Sunrise si assesta su un Hard rock abbastanza tradizionale, di facile ascolto, melodico e con dei BPM non altissimi. Forse mi aspettavo qualcosa di più duro, avendo letto il nome di Roy Z. Stessi ritmi, grosso modo, per la successiva Only time will heal con una chitarra che mi ha ricordato qualcosa dei Van Halen.
Se Heaven non mi appassiona per dei ritmi forse un po' troppo blandi (belle però le orchestrazioni), Revolution of confusion è senza ombra di dubbio la mia preferita del disco. Sapete che non sono indifferente alle belle linee vocali, beh questa canzone è davvero tosta da cantare: note alte, pulite ma taglienti e su ritmi lenti, chi canta sa di cosa sto parlando. Thomas Økland ha fatto davvero un lavoro egregio. Notevoli anche gli intrecci di chitarre di Morten G.P. dopo i ritornelli ed in cambio di tempo inaspettato. Gran pezzo!
Se Heaven non mi appassiona per dei ritmi forse un po' troppo blandi (belle però le orchestrazioni), Revolution of confusion è senza ombra di dubbio la mia preferita del disco. Sapete che non sono indifferente alle belle linee vocali, beh questa canzone è davvero tosta da cantare: note alte, pulite ma taglienti e su ritmi lenti, chi canta sa di cosa sto parlando. Thomas Økland ha fatto davvero un lavoro egregio. Notevoli anche gli intrecci di chitarre di Morten G.P. dopo i ritornelli ed in cambio di tempo inaspettato. Gran pezzo!
Life is good (vedi il lyric video a fine recensione) sembra una ballad abbastanza tradizionale ma, anche qui, ha un break centrale che non ti aspetti e ancora una volta delle belle orchestrazioni.
Light at the end è un rock blues leggero che per alcune cose riporta agli anni 70 (o anche prima) con un andamento a metà fra Richie Sambora e i Soul Asylum. Angel è una strumentale interessante brevissima e dritta al punto con la chitarra di Morten G.P. che fa da introduzione alla successiva My sweet baby Valentine che a tratti mi ricorda moltissimo Neil Young, soprattutto nel cantato.
La conclusiva Sad time II riesce ad avere un sapore sia anni 70 (l'incedere), che 80 (il sax) che 90 (le linee vocali) ed è un pezzo che suona tutto tranne che triste, come suggerirebbe il titolo.
Light at the end è un rock blues leggero che per alcune cose riporta agli anni 70 (o anche prima) con un andamento a metà fra Richie Sambora e i Soul Asylum. Angel è una strumentale interessante brevissima e dritta al punto con la chitarra di Morten G.P. che fa da introduzione alla successiva My sweet baby Valentine che a tratti mi ricorda moltissimo Neil Young, soprattutto nel cantato.
La conclusiva Sad time II riesce ad avere un sapore sia anni 70 (l'incedere), che 80 (il sax) che 90 (le linee vocali) ed è un pezzo che suona tutto tranne che triste, come suggerirebbe il titolo.
Mi sento di consigliare questo Light at the end a tutti coloro cercano delle sonorità rilassate e anche qualcosa di diverso rispetto alle solite proposte del mercato odierno. E' questo il pregio maggiore di questo disco e di questo duo scandinavo: il fatto di essere sempre molto personale e non provare mai a copiare delle formule o di somigliare per forza a qualcun altro. Personalità.
Top tracks: Revolution of Confusion, Angel, Dusty sunrise.
Tracklist
1: Intro 2:22
2: Dusty Sunrise 4:07
3: Only time will Heal 3:13
4: Heaven 4:09
5: Revolution of Confusion 3:49
6: Life is Good 4:37
7: Light at the End 4:40
8: Angel 2:50
9: My Sweet Baby Valentine 4:10
10: Heroes 4:19
11: Sad Time II 5:50
Mixed by Roy Z
Mastered by Maor Appelbaum
Recorded at Gradwell House Recording by Matt Weber
Top tracks: Revolution of Confusion, Angel, Dusty sunrise.
Tracklist
1: Intro 2:22
2: Dusty Sunrise 4:07
3: Only time will Heal 3:13
4: Heaven 4:09
5: Revolution of Confusion 3:49
6: Life is Good 4:37
7: Light at the End 4:40
8: Angel 2:50
9: My Sweet Baby Valentine 4:10
10: Heroes 4:19
11: Sad Time II 5:50
Mixed by Roy Z
Mastered by Maor Appelbaum
Recorded at Gradwell House Recording by Matt Weber