Ed eccomi qui, a raccontarvi l'ennesimo concerto degli Iron Maiden.
Ve ne ho parlato nell'occasione del tour-revival Maiden England del 2013 e nel piú recente Book of soul tour dello scorso anno. Non sono le uniche occasioni in cui ho visto la band inglese, ci aggiungo anche la prima volta nel lontano 1996 e nel 2003, in Italia.
E' quindi "solamente" la mia quinta volta con i Maiden. Dico "solamente" perché in alcune occasioni ho avuto parecchio da ridire sulle loro scalette e non sono andato. In realtá doveva essere cosí anche questa volta, ma un amico mi ha detto che voleva andare e la prima parte della setlist mi faceva comunque venire l'acquolina in bocca, quindi ho detto di sí.
Mi piazzo a destra rispetto al palco (con posto assegnato da buon vecchio merda quale sono) e mi "godo" i Killswitch engage. Avevo provato a farmi piacere qualche canzone, ascoltando qualcosa prima di venire al concerto, ma con poca fortuna. Dal vivo leggermente meglio rispetto al disco ma li trovo prevedibili e senza alcun genio, con le strutture delle canzoni tutte molto simili. Il cantante canta molto bene, dal vivo, se proprio devo fargli un complimento.
Partono i Maiden (dopo la consueta Doctor Doctor in diffusione) con la loro migliore opener di sempre, Aces High. Il palco è stupendo e c'è persino un aereo che svolazza sopra la band. I suoni sono troppo forti e confusi e il basso di Steve Harris si sente persino più forte delle tre chitarre. C'è qualcosa che mi disturba, in generale, non so se sia solamente il basso. Stesso discorso per la bellissima Where Eagles dare con lo spettacolare intro di batteria di Nicko Mc Brain. I ritmi rallentano un po' e i suoni sono più definiti con 2 Minutes to midnight, sempre dello stesso periodo, grosso modo. La scaletta della prima parte è davvero grandiosa.
Prima di The clansman Bruce Dickinson ci dice che ha appena compiuto 60 anni (io mi stanco solo a guardare quello che fà) e che c'è molta gente che a causa delle guerre non ha avuto la fortuna di arrivare così avanti con l'età, facendo riferimenti storici alla prima guerra mondiale (è l'anniversario della fine delle guerra) e a vari personaggi. Ci mette nel mezzo anche Wallace e la liberazione della Scozia per la splendida The Clansman, una di quelle canzoni che ascolterei sempre dal vivo: cambi di tempo e di atmosfere, ritornello cantabile (freeeeeedooom) e grandi parti soliste di Dave Murray, Adrian Smith e Janick Gers. A proposito di Gers, ho imprecato contro quest'ultimo perchè ha preso il bellissimo assolo di Adrian Smith di Revelations e lo ha triturato, ma gli capita sempre, con gli assoli di Adrian.
Condivido la scelta di aver inserito in scaletta dei pezzi che non facevano da un po' come For the greater good of god (uno dei pezzi migliori di A matter of life and death) e The wicker man, una canzone che mi è sempre piaciuta un botto e che ho cantato a squarciagola dall'inizio alla fine. Non riesco a capire perchè non c'è nessun pezzo, invece, da quello che secondo me è il miglior album post reunion, Dance of death.
Bruce in questo tour è praticamente un attore da musical: sempre con abiti diversi e sempre alle prese con qualcosa, durante le canzoni: non molla la spada per un secondo e duella con Eddie in The trooper, in The Sign of the cross (altra bellissima sorpresa in questa setlist) gira con una croce gigante, in Flight of Icarus usa dei mini lanciafiamme continuamente senza un motivo plausibile, in Fear of the dark si aggira per tutta la canzone con fare schivo, vestito tipo pinguino, con tanto di lanterna e una maschera tipo veneziana. Nella conclusiva Run To the hills farà finta di cavalcare una specie di cavallo per bambini per quasi tutta la canzone. Sarò impopolare e chi segue il blog sa che Bruce è senza alcun dubbio il mio frontman preferito di sempre, ma ho l'impressione che abbia un tantino esagerato in questa sede. Riguardo la sua voce, è davvero miracoloso cantare queste canzoni a questa età, considerando che sono rigorosamente in tonalità originale. Chi lo conosce bene capisce che si risparmia molto di più rispetto al passato e molte note sono, diciamo, "meno lunghe" del solito, ma cantare canzoni di questa difficoltà a 60 anni (non stando fermo un secondo) sa di miracolo.
Si parte con i bis con una splendida The evil that men do, una delle mie preferite dell'intero concerto. Segue The number of the beast (con un Eddie maestoso dietro la band ma anche con un solo discutibile di Dave Murray. Ogni tanto la band ha fatto qualche casino qui e lì, ma lo dico per dovere di cronaca, lungi da me criticarli) e con una Hallowed be thy name quasi a velocità disco. Chi segue i Maiden sa come negli anni abbiano diminuito le velocità dei pezzi dal vivo (su richiesta di Adrian Smith, che ai tempi lasciò la band anche per questo motivo) e questo si nota soprattutto su pezzi che la band suonava praticamente al doppio della velocità, tipo Hallowed be thy name appunto. Per questa canzone Bruce è come al solito in gabbia e c'è un cappio che pende dal soffitto. Chiude tutto la già citata Run to the hills con Bruce al galoppo.
La band saluta e ringrazia tutto e tutti e sul palco arrivano delle birre per rinfrescare la band. Non ho capito se si trattasse della birra The trooper, ma sono sicuro che lo fosse.
Ve ne ho parlato nell'occasione del tour-revival Maiden England del 2013 e nel piú recente Book of soul tour dello scorso anno. Non sono le uniche occasioni in cui ho visto la band inglese, ci aggiungo anche la prima volta nel lontano 1996 e nel 2003, in Italia.
E' quindi "solamente" la mia quinta volta con i Maiden. Dico "solamente" perché in alcune occasioni ho avuto parecchio da ridire sulle loro scalette e non sono andato. In realtá doveva essere cosí anche questa volta, ma un amico mi ha detto che voleva andare e la prima parte della setlist mi faceva comunque venire l'acquolina in bocca, quindi ho detto di sí.
Mi piazzo a destra rispetto al palco (con posto assegnato da buon vecchio merda quale sono) e mi "godo" i Killswitch engage. Avevo provato a farmi piacere qualche canzone, ascoltando qualcosa prima di venire al concerto, ma con poca fortuna. Dal vivo leggermente meglio rispetto al disco ma li trovo prevedibili e senza alcun genio, con le strutture delle canzoni tutte molto simili. Il cantante canta molto bene, dal vivo, se proprio devo fargli un complimento.
Partono i Maiden (dopo la consueta Doctor Doctor in diffusione) con la loro migliore opener di sempre, Aces High. Il palco è stupendo e c'è persino un aereo che svolazza sopra la band. I suoni sono troppo forti e confusi e il basso di Steve Harris si sente persino più forte delle tre chitarre. C'è qualcosa che mi disturba, in generale, non so se sia solamente il basso. Stesso discorso per la bellissima Where Eagles dare con lo spettacolare intro di batteria di Nicko Mc Brain. I ritmi rallentano un po' e i suoni sono più definiti con 2 Minutes to midnight, sempre dello stesso periodo, grosso modo. La scaletta della prima parte è davvero grandiosa.
Prima di The clansman Bruce Dickinson ci dice che ha appena compiuto 60 anni (io mi stanco solo a guardare quello che fà) e che c'è molta gente che a causa delle guerre non ha avuto la fortuna di arrivare così avanti con l'età, facendo riferimenti storici alla prima guerra mondiale (è l'anniversario della fine delle guerra) e a vari personaggi. Ci mette nel mezzo anche Wallace e la liberazione della Scozia per la splendida The Clansman, una di quelle canzoni che ascolterei sempre dal vivo: cambi di tempo e di atmosfere, ritornello cantabile (freeeeeedooom) e grandi parti soliste di Dave Murray, Adrian Smith e Janick Gers. A proposito di Gers, ho imprecato contro quest'ultimo perchè ha preso il bellissimo assolo di Adrian Smith di Revelations e lo ha triturato, ma gli capita sempre, con gli assoli di Adrian.
Condivido la scelta di aver inserito in scaletta dei pezzi che non facevano da un po' come For the greater good of god (uno dei pezzi migliori di A matter of life and death) e The wicker man, una canzone che mi è sempre piaciuta un botto e che ho cantato a squarciagola dall'inizio alla fine. Non riesco a capire perchè non c'è nessun pezzo, invece, da quello che secondo me è il miglior album post reunion, Dance of death.
Bruce in questo tour è praticamente un attore da musical: sempre con abiti diversi e sempre alle prese con qualcosa, durante le canzoni: non molla la spada per un secondo e duella con Eddie in The trooper, in The Sign of the cross (altra bellissima sorpresa in questa setlist) gira con una croce gigante, in Flight of Icarus usa dei mini lanciafiamme continuamente senza un motivo plausibile, in Fear of the dark si aggira per tutta la canzone con fare schivo, vestito tipo pinguino, con tanto di lanterna e una maschera tipo veneziana. Nella conclusiva Run To the hills farà finta di cavalcare una specie di cavallo per bambini per quasi tutta la canzone. Sarò impopolare e chi segue il blog sa che Bruce è senza alcun dubbio il mio frontman preferito di sempre, ma ho l'impressione che abbia un tantino esagerato in questa sede. Riguardo la sua voce, è davvero miracoloso cantare queste canzoni a questa età, considerando che sono rigorosamente in tonalità originale. Chi lo conosce bene capisce che si risparmia molto di più rispetto al passato e molte note sono, diciamo, "meno lunghe" del solito, ma cantare canzoni di questa difficoltà a 60 anni (non stando fermo un secondo) sa di miracolo.
Si parte con i bis con una splendida The evil that men do, una delle mie preferite dell'intero concerto. Segue The number of the beast (con un Eddie maestoso dietro la band ma anche con un solo discutibile di Dave Murray. Ogni tanto la band ha fatto qualche casino qui e lì, ma lo dico per dovere di cronaca, lungi da me criticarli) e con una Hallowed be thy name quasi a velocità disco. Chi segue i Maiden sa come negli anni abbiano diminuito le velocità dei pezzi dal vivo (su richiesta di Adrian Smith, che ai tempi lasciò la band anche per questo motivo) e questo si nota soprattutto su pezzi che la band suonava praticamente al doppio della velocità, tipo Hallowed be thy name appunto. Per questa canzone Bruce è come al solito in gabbia e c'è un cappio che pende dal soffitto. Chiude tutto la già citata Run to the hills con Bruce al galoppo.
La band saluta e ringrazia tutto e tutti e sul palco arrivano delle birre per rinfrescare la band. Non ho capito se si trattasse della birra The trooper, ma sono sicuro che lo fosse.
Quello che mi è piaciuto di questo concerto è stata sicuramente una larga parte di setlist ed il solito palco maestoso con cambio di scenario ad ogni singola canzone. Quello che mi è un po' mancata è stata l'interazione con il pubblico: a parte il già citato (bellissimo) monologo prima di The Clansman, Bruce non ha detto praticamente nulla e le canzoni si sono susseguite come quasi fosse un disco.
Certo, non ci liberemo mai di pezzi come Fear of the Dark, Iron maiden, The trooper (etc etc) che i maiden ci fanno ascoltare in ogni singolo live da una trentina d'anni, ma mi devo pur lamentare di qualcosa, giusto?
Per il resto, non so come questi vecchietti riescano a sfornare queste performance intense. Sembra che abbiano almeno 20 anni in meno. Lunga vita ai Maiden, speriamo di rivederci presto, magari con un tour a supporto di un nuovo album.
Top songs: The Clansman, The sign of the cross, The Wicker man
Certo, non ci liberemo mai di pezzi come Fear of the Dark, Iron maiden, The trooper (etc etc) che i maiden ci fanno ascoltare in ogni singolo live da una trentina d'anni, ma mi devo pur lamentare di qualcosa, giusto?
Per il resto, non so come questi vecchietti riescano a sfornare queste performance intense. Sembra che abbiano almeno 20 anni in meno. Lunga vita ai Maiden, speriamo di rivederci presto, magari con un tour a supporto di un nuovo album.
Top songs: The Clansman, The sign of the cross, The Wicker man