Live report: Gus G. @The unicorn, London 09/01/2019

Ed eccolo, il mio primo concerto del 2019: é quello di Gus G. (conosciuto al grande pubblico per essere stato il chitarrista di Ozzy Osbourne) al The Unicorn di Camden town, locale nel quale mi é capitato di esibirmio con la mia vecchia band (e questo fa capire molto sulla grandezza della venue, perlomeno rispetto a quelle alle quali sono abituato).

In realtá ho comprato il biglietto solamente ieri, dopo essermi consultato con un amico: "Hai da fare domani? Ci andiamo? Ok, andiamo". La proposta é partita da me perché ho apprezzato particolamermente l'ultimo album da studio, Fearless (lo trovate nella top 10 del 2018), e anche perché ho visto che per l'occasione la band é composta dal batterista degli Edguy/Avantasia, Felix Bohnke e da Dennis Ward dei Pink cream 69/Unisonic. Due non da poco, insomma.

La prima bella sorpresa della serata sono i Dendera, prima band di apertura che normalmente la band ascolti distrattamente da lontano. Ma, quando il cantante ha aperto bocca, la band mi ha conquistato immediatamente con il loro power/heavy metal. Il cantante davvero bravissimo (e sapete quanto sono esigente riguardo questo), con un taglio di capelli discutibile, ma bravissimo. La loro performance mi é piaciuta cosí tanto che, non appena termino di scrivere questo live report mi vado a cercare subito il loro album.

Altro opening act é Andy James, presentantosi sul palco con una chitarrona verde con gain sparato a palla. A proposito di set up, apparentemente le casse spia non funzionano e Andy si lamenterá dopo ogni canzone (comprensibilmente). Per quanto la sua tecnica sia davvero fuori dal comune, non mi sono divertito troppo durante la sua performance, in quanto tutte le sue canzoni suonano non troppo diverse tra loro. Mi rendo conto che creare dei pezzi strumentali non deve essere cosa facile, ma tutti i pezzi suonavano davvero troppo simili.

Prima dell'entrata di Gus G. la crew cerca di porre rimedio alle casse spia che non funzionano ed é bello vedere Felix Bohnke che quasi mi spintona per passare ed andarsi a sistemare i piatti sul palco, cosa che sicuramente con gli Avantasia non gli capita piú.

Il concerto comincia con la title track del giá citato ultimo album, Fearless, e i suoni sono un po' da sistemare (anche a causa del volume naturale del batterista, se lo conoscete sapete a cosa mi riferisco), cosí come sono da sistemare altri problemi tecnici, che fortunamente scompariranno ad un certo punto dello show. La maggior parte delle canzoni sono, giustamente, prese dall'ultima fatica discografica con un Dennis Ward all'inizio un po' "freddo" dietro al microfono ma che migliorerá con il passare del tempo.


Le canzoni hanno fatto tutte il loro e mi sono piaciute in questa sede soprattutto Mr. Manson, Don't tread on me e Letting go, con Gus che non fa sfoggio di tecnica fine a se stessa ma con la sua chitarra sempre a "disposizione" del pezzo. Buona é stata anche l'interazione col pubblico (puntuale, dopo ogni canzone) e divertente é stato quando ha chiesto "quanti chitarristi ci sono in sala": il 90% della gente ha alzato la mano,

Divertente anche quando ci ha raccontato di come la data in questione sia stata in qualche modo maledetta: originariamente doveva essere ad ottobre, qualche giorno fa é stata cambiata di location (il locale Underworld ha avuto un problema con il pavimento), Gus ha perso il volo e gli hanno pure smarrito i bagagli. Insomma, un bel casino.

Ritornando alla performance, spazio anche a due belle cover come la bizzarra Money for nothing dei Dire straits (presente anche su disco) e Cold sweat dei Thin Lizzy (recentemente proposta anche dai Megadeth), entrambe sono state rifatte con molta personalitá e con un briciolo di inventiva, soprattutto la prima. A chiusura del concerto ci sono I am the fire (cantata cosí forte dal pubblico londinese che Gus sembrava davvero stupito) e la strumentale The quest.



La performance della band mi é piaciuta molto, Gus G. sicuramente é uno di quei musicisti che non lasciano niente da dire (se é stato scelto da Ozzy un motivo ci sará stato) e mi piace il suo equilibrio nel proporre le cose. In questa esibizione ci sono stati pezzi tecnici, pezzi piú diretti, strumentali, cover e, come detto, interazione costante con il pubblico fra un pezzo e l'altro.

Vi lascio la scaletta, che in realtá é quella di Bratislava ma che, a memoria, é stata la stessa di quella di ieri.

Gus G. Setlist Randal Club, Bratislava, Slovakia 2018, Fearless