Gli Skunk Anansie ce ne hanno ancora, eccome. Ma, come sempre, andiamo per gradi.
Arrivato alla Brixton academy già decisamente stanco e provato da una partita di calcio e da tante altre cose fatte durante il giorno, deposito il mio zaino pieno di roba puzzolente al guardaroba (è la traduzione corretta di cloakroom, vero?). Contrariamente alle mie abitudini di vecchio di merda, ovvero il piazzarmi in platea, comodamente seduto, me ne vado al piano di sotto. Ok, il biglietto non lo avevo comprato io ma un amico.
Gli Skunk Anansie non hanno (ancora) un nuovo disco ma è attualmente in tour e si trova nello specifico a Londra per celebrare il loro 25esimo anniversario, così come aveva fatto facendo uscire ad inizio anno un bellissimo live album celebrativo (clicca per la relativa recensione)
Il concerto comincia a bomba con una splendida Charlie Big Potato (con Skin con un discutibilissimo vestito enorme con le piume) e con una quasi epica Because of you, una delle mie canzoni preferite in assoluto della band. Il volume della batteria secondo me un po' troppo alto (in generale, durante l'intera serata) in questo pezzo mi ha gasato tantissimo dato che il ritornello si sposa alla grande con il drumming di Mark Richardson. Skin è sempre una forza della natura e dopo due brani ha fatto capire a tutti che non è invecchiata da nessun punto di vista.
Accennavo del suono: l'ho trovato in generale un po' "impastato" e la prestazione del bassista Cass (secondo me il vero motore silenzioso della band) ne ha risentito abbastanza: spesso facevo fatica a distinguere le sue stupende linee di basso. Probabilmente non è stata neanche colpa dei settaggi vari bensì dell'acustica della Brixton arena. La scenografia è invece molto semplice ma realizzata con tanto gusto.
Skin non ci ha fatto mancare la sua interazione, più fisica che verbale ed eccola che comincia, dopo poche canzoni, col suo stage diving (a 52 anni!) su I can dream. Lo rifarà poco dopo. Più in là, ci farà anche un bellissimo discorso sull'integrazione e sulla fratellanza, ricordando, in questi tempi bui, che lei è figlia di immigrati e dovremmo rispettarci un po' di più tutti, per un mondo migliore. Il pubblico era dalla sua parte e ha apprezzato le parole della cantante.
La scaletta è ben equilibrata (ve la posto a fondo pagina) fra pezzi nuovi e vecchi e non mancano classici come Weak, Hedonism (just because you feel good) e Secretly, ovviamente cantatissime dal pubblico. La band ci fa ascoltare anche la nuova What you do for love e una canzone che non è stata ancora neanche registrata, una This means war che mi ha impressionato un sacco per potenza, al primo ascolto. Stupenda anche Tear the place up con Skin alle prese con un tamburo gigante verso fine canzone. Il mio rimpianto della serata è non aver però sentito Selling Jesus, la mia preferita della band. Proverò a farmene una ragione.
Nei "bis" spunta anche il vecchio leader dei The Jam, Paul Weller, per una la sua ballad: You do something to me, ovviamente sempre in duetto con Skin. C'è anche spazio per uno spezzone di cover degli Ac/dc, Highway to hell, introdotta dal chitarrista Ace, secondo me decisamente trascurabile. Non so se l'hanno improvvisata o hanno scelta di farla in maniera discutibile apposta: la batteria sembrava stesse suonando un'altra cosa.
Il concerto si chiude con la vecchissima Little baby swatikkka e Skin invita il pubblico, a metà canzone, a sedersi sul pavimento (vedi foto sotto). Noi eseguiamo per poi alzarci e scatenarci nell'ultima parte di canzone. Davvero una bella trovata che testimonia la padronanza e la confidenza che ha la cantante col pubblico.
Ho visto gli Skunk Anansie 3 volte, ma riandrò a vederli tutte le volte che potrò. Fatelo anche voi, se volete un consiglio.
Top songs: Because of you, Yes it's fucking political, Tear the place up